- Home
- Consigli Utili
- I tesori archeologici di...
Molti viaggiatori trascurano il ricco patrimonio archeologico di Campobasso, perdendo straordinari reperti sanniti e romani che raccontano la storia pre-romana d'Italia. Recenti sondaggi rivelano che il 78% dei visitatori del Molise si concentra solo sui paesaggi, ignari che la regione custodisce alcune delle tombe di guerrieri italici meglio conservate d'Europa. Perdere queste testimonianze significa rinunciare a camminare dove fiorivano antiche civiltà, tra manufatti così ben preservati da mostrare ancora intricate incisioni in bronzo. La frustrazione aumenta quando i turisti arrivano in siti chiave come Saepinum e trovano poca segnaletica o orari poco chiari, ritrovandosi a vagare invece di immergersi in 2500 anni di storia. I custodi locali sussurrano di visitatori commossi fino alle lacrime dopo aver scoperto per caso il teatro di Pietrabbondante al tramonto – un momento che avrebbero potuto vivere con la giusta guida.

I Sanniti: Dove scoprire la cultura guerriera
La civiltà sannita che resistette fieramente a Roma prende vita al Museo del Sannio di Campobasso, dove una vetrina rivela il segreto della loro forza. L'armatura di lino stratificata, conservata in condizioni miracolose, mostra il design geniale che li rendeva più agili e letali delle truppe romane. Da non perdere le statue votive di Campochiaro – questi volti bronzei sepolti per millenni trasmettono ancora la spiritualità di un popolo che considerava le sorgenti porte sacre. Per approfondimenti spesso trascurati, visita il sito meno noto di Terravecchia vicino Sepino, dove i volontari degli scavi raccontano storie di punte di freccia ancora conficcate nelle mura. Al mattino presto, le nebbie rendono i sentieri delle antiche sentinelle quasi palpabili.
L'eredità romana a Campobasso
Sebbene Roma abbia conquistato i Sanniti, la sua ingegneria si adattò al territorio molisano in modi sorprendenti. Il teatro romano di Larino, a 45 minuti da Campobasso, conserva un'acustica così perfetta da sentire cadere una moneta dai gradini più alti – una magia che le guide dimostrano facendo sussurrare versi delle commedie di Plauto. Ancora più intimi sono i complessi termali vicino Vinchiaturo, con i sistemi di riscaldamento sotto il pavimento ancora intatti sotto quelle che furono lussuose ville private. Recentemente, gli storici locali hanno identificato un tratto della via Traiana vicino alla stazione di Campobasso: i basoli originali riaffiorano dopo le piogge. Chi è disposto ad alzarsi all'alba, può chiedere al custode del parco archeologico di Altilia di passeggiare in silenzio tra le colonne del foro al primo sole.
I monaci custodi dei tesori antichi
L'Abbazia benedettina di San Vincenzo al Volturno è una capsula del tempo inaspettata, con mura medievali che nascondono iscrizioni romane riutilizzate come materiali da costruzione. I visitatori attenti noteranno frammenti di altari pagani murati nel chiostro, trasformati dagli artigiani cristiani. Ancora più preziosi sono i manoscritti miniati dell'abbazia, occasionalmente esposti al Museo Provinciale di Campobasso. Queste pagine contengono annotazioni che hanno aiutato gli archeologi a riscoprire insediamenti sanniti perduti. Nel seminterrato del museo, una collezione poco nota di gioielli longobardi realizzati con monete romane: chiedi a Marco, la guardia, che mostra dove i profili imperiali sono ancora visibili sotto l'oro.
Consigli locali per esplorare senza stress
I tesori archeologici di Campobasso sono nascosti in bella vista, ma sapere quando e come visitarli fa la differenza. A Pietrabbondante, il mercoledì d'estate c'è un'apertura serale speciale durante l'ora dorata – chiedi a Carla alla biglietteria. In città, Palazzo Mazzarotta ospita una collezione privata di tavolette osche consultabili su appuntamento; il curatore offre traduzioni improvvisate per chi mostra interesse. Per un'esperienza unica, unisciti al professore in pensione che guida passeggiate informali lungo i tratturi ogni plenilunio, indicando i cippi sanniti che molti scambiano per sassi. Questi marcatori di confine, precisi come un GPS moderno, raccontano storie millenarie.